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Storia

Origini del nome e stemma comunale

Deriva dal latino Vineola nel senso di "piccolo appezzamento di terreno coltivato a vigna", il determinante indica il torrente Borbera dove si trova il paese.
D'azzurro, alla torre quadra d'argento, murata di nero, aperta e finestrata dello stesso, merlata di quattro pezzi alla guelfa; accompagnata nel cantone sinistro del capo da un grappolo d'uva nera al naturale fogliato di un pezzo di verde e nel cantone destro della punta da un'ape d'oro montante. Timbra lo scudo una corona murale da Comune, formata da un cerchio aperto da quattro pusterle (tre visibili) con due cordonate a muro sui margini, sostenenti una cinta, aperta da sedici porte (nove visibili) ciascuna sormontata da una merlatura alla ghibellina (a coda di rondine), il tutto d'argento e murato di nero. Decussati, sotto la punta dello scudo, e divergenti sono due rami al naturale, uno di ulivo ed uno di quercia legati da un fiocco rosso.


Notizie Storiche

Forse centro fondato dai romani come agro della vicina Libarna col nome di Vineola, le informazioni sicure però si hanno solo dal 1000 in avanti da quando divenne territorio appartenente all'abbazia benedettina di San Pietro di Precipiano, fondata dal re longobardo Liutprando, durante la traslazione del corpo di Sant'Agostino, fece parte della curia di genovese di GAvi.Borgo fortificato, fu anche libero comune nel XIV secolo.
Entrato nell'orbita del ducato di Milano, nel 1405 insieme a Varinella di Arquata Scrivia fu infeudato da Filippo Maria Visconti alla famiglia Lonati. Nel 1692 Bernardo Luigi Lonati ottenne da Carlo III di Spagna l'erezione del feudo in marchesato. Passò poi ai Savoia (con Tortona) nel 1752 e ne seguì le sorti. Nel 1797 entrò a far parte con Borghetto di Borbera della Repubblica Ligure, dal 1805 entrò a far parte dell' Impero Francese e dal 1815 fece parte della Provincia di Novi nella Liguria da cui venne staccato con il Decreto Rattazzi nel 1859.

Nel 1797 ottenne l'ex comune di Precipiano alla confluenza del Borbera nello Scrivia e nel 1815 ottenne la frazione di Variano da Borghetto di Borbera.
L’antico insediamento della zona è testimoniato da numerosi ritrovamenti archeologici che provano la sua appartenenza suburbana alla città romana di Libarna, cui era unita di un sistemi di ponti.

Decaduto per vicissitudini naturali l'antico agglomerato romano, il territorio di Vignole rimase unito per secoli a quello di Precipiano sede di una famosa Abbazia benedettina dedicata a San Pietro e fondata, come vuole la tradizione, dal re longobardo Liutprando in occasione della traslazione dei corpo di San Agostino da Genova a Pavia, ma che probabilmente vanta più antiche origini. Il territorio di Vignole venne a far parte della Curia di Gavi nel momento in cui gli abati di Precipiano, signori politici oltre che religiosi dei luoghi, cinsero di mura il "Castrum Principiani" e munirono il castello dei luogo di Vignole: il primo era detto "castello inferiore", il secondo "castello superiore".

Nonostante i feudatari fossero i monaci dell' illustre cenobio, nel sec. XIV signoreggiava sul borgo il casato ghibellino dei Rati, titolare di altri feudi della zona. La prima notizia dell'esistenza di Vignole come ente comunale risale al 1389, data di una transazione tra l'abate di San Pietro di Precipiano Bonifacio Rati-Opizzoni e i Consoli dei Comune di Vignole, i quali si impegnavano a versare all'Abbazia una certa quantità di libbre di cera. Il l' Gennaio 1405 Filippo Maria Visconti distaccava Vignole dal monastero di Precipiano e, con Varinella, l'infeudava alla famiglia Lonati, già feudataria dei paesi di Sorli e Borghetto.

Il 30 Dicembre 1692, Bernardo Luigi Lonati riceveva dal re di Spagna Carlo II il titolo di Marchese. Da quel momento il feudo venne innalzato a marchesato. E' infatti da precisare che, fino alla seconda metà dei secolo XVIII, i territori di Vignole e Precipiano facevano parte dello Stato di Milano e quindi i loro abitanti erano sudditi delle "loro maestà cesaree cattoliche": i sovrani di Spagna. Dell'antica Abbazia benedettina di Precipiano, in cui subentrarono nel 1584 i monaci olivetani, titolare fino al 1785 anno della sua soppressione delle antiche parrocchie di Precipiano e Vignole, sussistono oltre a numerosissime testimonianze documentarie una torre e parte degli edifici.

Del castello di Vignole (o rocca superiore), già costruito in epoca tardo romana e circonvallato di cateratte e fosse, rimangono vestigia di una torre - colombara inserita in un'antica costruzione.

La chiesa parrocchiale di San Lorenzo Martire risale, nella sua conformazione attuale al secolo XVIII. Il sito era infatti occupato, precedentemente a tale periodo, dall'antico oratorio di San Giacomo, della confraternita omonima; la sede della parrocchia infatti fu in un primo tempo costituita dalla Chiesa pievana arcipretale di Santa Maria, posta presumibilmente nel borgo ed in un secondo momento dalla chiesa di San Lorenzo di Pompeiano, posta sulla riva destra del torrente Borbera di fronte all'abitato di Vignole.


L’attività manifatturiera ha radici datate in Vignole. Infatti, sulle dimesse strutture di un antico mulino in comunità, costruito nel primo decennio del secolo XVIII, si insediò un cotonificio nella seconda metà del secolo XIX.

La grande abbondanza di acqua estratta dal Borbera, la felice posizione dell’insediamento industriale e la pressante richiesta di fibre tessili (in particolare cotone, molto ricercato dal mercato e dall’economia dell’epoca), permisero un potenziamento del cotonificio nel frattempo rilevato dalla famiglia ligure “ De Ferrari”, tanto da raggiungere una dimensione veramente ragguardevole, impiegando una risorsa umana di più di mille operai provenienti oltre che al paese di Vignole e da aree limitrofe anche da altre regioni.

Tuttavia per la necessità di turnazione degli orari di lavoro e per le inevitabili difficoltà di comunicazione dell’epoca, se dovette istituire un convitto femminile in adiacenza dello stabilimento gestito dalle suore salesiane, per ospitare i giovani lavoranti. In relazione all’insediamento di questa attività industriale vi fu in Vignole un grande incremento demografico, tanto che la popolazione gia nella seconda metà del secolo XIX raggiunse le 2000 unità.


Leggende

Come è noto la religione cristiana potè essere liberamente professata dal popolo solo in epoca successiva al 313 d.C. data dell'editto di Costantino.
Tuttavia in regioni periferiche, come quella della nostra zona, tra popolazioni che nonostante i contatti con la civiltà romana vivevano prevalentemente nelle campagne, la diffusione dei nuovo culto cristiano è databile in un'epoca imprecisata, ma certamente successiva di circa due secoli rispetto alla proclamata libertà di culto.

A questo proposito è degna di nota una leggenda che riguarda i nostri territori. Il monaco Giona, del monastero di Bobbio, autore della vita di S. Colombano, nella leggenda che egli scrisse sulla vita dell'abate S. Bernulfo, morto nel 640, racconta questo episodio che deve essere accaduto poco prima dell'anno 624.
Prima ancora che prendesse a regnare Ariovaldo (re dei Longobardi: 626-637) sotto il suo predecessore Adavaldo, il beato Attala successo a S. Colombano nel governo della Badia Bobbiese e passato agli eterni riposi il 10 marzo 624, mandò alla città di Tortona un monaco, chiamato Meroveo, il quale per adempiere all'ufficio commessogli, un giorno si allontanò dalla città e si diresse ad una certa Villa posta sulle sponde dello Scrivia.
Quivi veduto un tempio sacro agli Dei pagani, fatto di rami d'albero intrecciati assieme alla meglio, vi appiccò il fuoco e lo mandò in cenere.

Ma ciò non fu tollerato in pace dagli adoratori di quel tempio, i quali preso Meroveo lo batterono a lungo con nodosi bastoni e poi conciato in quel modo si sforzarono di sommergerlo nel fiume; ma l'onda non osò ingoiarlo, quantunque egli fosse pronto a morire per quella causa.

Il teatro dei caso prodigioso, secondo illustri storici tra cui precipuamente l'abate Placido Lugano, fu Precipiano in cui poi evidentemente fu inviata una colonia di monaci per evangelizzare quelle popolazioni.